È ufficiale. A New York, la “grassofobia“, ovvero l’atteggiamento di ripulsa della grassezza e di discriminazione nei confronti delle persone in sovrappeso, è ora un fenomeno che va ad aggiungersi ai 27 elementi cardine che costituiscono la legge sui diritti umani della città, in qualità di caratteristica “protetta”, come lo sono età, stato civile, disabilità e origine.
In una realtà – quella degli USA – in cui l’obesità colpisce oltre il 40% della popolazione adulta, il proposito è ora quello di eliminare una volta per tutte lo stigma della over-size, cercando soprattutto di evitare che quest’ultima rimanga discriminante per le assunzioni lavorative o qualsivoglia altro contesto sociale.
Il disegno di legge è stato approvato in particolare da Shaun Abreu, interessato personalmente da giudizi e pregiudizi legati alla sua condizione corporea: «un fardello silenzioso che le persone hanno dovuto portare», sentenzia Abreu, il tutto corroborato da quanto raccontato da altri sostenitori della legge che riferiscono di aver avuto serie difficoltà a trovare posti in ristoranti, bar e teatri, di essere stati addirittura respinti da proprietari di appartamenti, oppure di di non rientrare nei limiti di peso consentiti dai servizi di bike sharing.